La legge del Sinigaglia non fa sconti. Il Como di Cesc Fabregas ha battuto anche il Verona 3-1, conquistando la quarta vittoria stagionale e confermando il suo trend positivo di risultati. Un successo non scontato contro gli scaligeri di Paolo Zanetti, che lo stesso tecnico spagnolo aveva definito “temibilissimi” alla vigilia.

La partita è stata equilibrata per larghi tratti, con il Como che ha cominciato forte, trovando il vantaggio dopo dieci minuti con Douvikas, bravo a capitalizzare il cross perfetto di Valle.Il Verona, quindi, ha reagito subito e bene, approfittando di un errore in costruzione sull’asse Butez–Caqueret: Serdar, schierato all’ultimo minuto al posto di Akpa Akpro, ha infatti rubato il pallone in area al centrocampista francese, siglando l’1-1.

Nel finale di primo tempo gli ospiti hanno spinto con continuità, costringendo il Como a difendersi per mantenere la parità. Ci si potevano quindi aspettare correttivi da Fabregas all’intervallo, ma il tecnico, contrariamente a quanto accaduto con Juve e Parma, ha scelto la continuità: stessi uomini, stessa idea. Il primo cambio è arrivato "solo" al 54': fuori Diao, ancora lontano dalla forma migliore, dentro Jesús Rodríguez, poi decisivo nel finale.

Con il passare dei minuti il Como ha preso in mano la partita e al 62° ha trovato il 2-1 con il colpo di testa di Posch, su assist di Caqueret, eletto poi MVP della serata. Nel finale, nonostante l’assalto del Verona con quattro attaccanti in campo, la squadra di Fabregas ha gestito con maturità, difendendo anche con sei uomini in linea per proteggere Butez, ma in pieno recupero è arrivato il 3-1: contropiede perfetto condotto da Jesús Rodríguez, che ha premiato la sovrapposizione di Vojvoda, che con un destro preciso ha chiuso i conti.

Oltre al risultato, la vittoria segna un passo avanti nella crescita mentale del gruppo. Dopo l’errore sul gol subito, il Como non ha rinunciato al suo credo tattico: costruzione dal basso, coraggio e fiducia nei propri principi. È questo, come ha sottolineato Fabregas in conferenza, il significato profondo del successo: una vittoria d’identità.

La squadra ha mostrato compattezza e personalità, qualità rare e sempre più spiccate nel gruppo. Ha dimostrato poi di non essere così Nico Paz-dipendente come alcuni raccontavano: l’argentino ha disputato una prova ordinata e concreta ma, palo su punizione a parte, con meno acuti del solito. Sul tabellino dei marcatori ed assistman non compare infatti il suo nome, segno che il Como sa vincere anche come collettivo.

Con questo successo, i lariani si trovano dunque al quinto posto in classifica, potenzialmente in zona Champions, se l’Italia otterrà cinque posti come 2 anni fa, ma ad oggi comunque un ottimo piazzamento Europa League.

Come hanno ricordato Douvikas e Fabregas nel post partita però, non è questo il momento di guardare la classifica, bensì bisogna pensare partita dopo partita con l'obiettivo di vincerne quante più possibili di qui fino a maggio. Il prossimo ostacolo, infatti, sarà di quelli pesanti: la trasferta al “Maradona” contro il Napoli di Conte, reduce a sua volta da un 3-1 casalingo sull’Inter. Questo Como, però, non ha più paura di nessuno e si presenterà anche in terra campana con l'obiettivo di giocarsela contro i campioni d'Italia in carica.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 30 ottobre 2025 alle 17:20
Autore: Luca Bianchi
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