Cesc Fabregas ha presentato questa mattina a Mozzate la trasferta che vedrà il Como di scena a Torino. Di seguito le sue dichiarazioni:
Sul Torino - "Le partite vanno sempre affrontate al massimo. Se già mentalmente le immagini difficili, è quasi certo che lo diventeranno. Dobbiamo provare a vincerle con le nostre qualità e con ciò che sappiamo proporre, ma anche con maggiore ambizione, cercando più punti rispetto a quelli raccolti finora. Con la Cremonese abbiamo avuto tante chance per chiudere sul 2-0, a Napoli il rigore, a Cagliari tre o quattro occasioni nitide per segnare: situazioni che dobbiamo gestire meglio, senza però perdere stabilità difensiva. Il Torino gioca con il 5-3-2, ha difensori esperti. Asllani ha segnato ed è un giocatore importante, arriva dall’Inter. Casadei lo conoscete, viene dal Chelsea. Che Adams è un profilo internazionale, mentre Ngonge è un elemento davvero differenziale, ha vinto il campionato con il Napoli ed è un giocatore che apprezzo molto. È una squadra molto ben organizzata e Baroni è un grande allenatore. Anche l’ambiente, lo stadio e i tifosi, hanno grande forza. Dobbiamo andare lì con entusiasmo, ma allo stesso tempo con grandissima attenzione, soprattutto rientrando dalla pausa per le nazionali."
Sui ritorni e gli assenti - "Sono tornati tutti bene dalla Nazionale, a parte Diao: Posch è tornato da qualificato per il Mondiale, Vojvoda ha fatto molto bene con il Kosovo, con il quale farà il playoff. L'Under 21 spagnola ha fatto bene. Nico Paz è sceso in campo solo per una gara con l'Angola. Sono tornati tutti contenti ed a disposizione. Diao, Sergi Roberto, Goldaniga permettendo".
Sullo stato di forma - "Quando vedi le partite, adesso vedi il Como molto dominante su tanti aspetti. Sono numeri molto importanti quelli che vediamo. Però, dal 30' al 60' abbiamo fatto una partita molto intensa. Se Diao avesse fatto gol, era in linea col difensore. Le tre occasioni di Morata... dopo l'ora di gioco, Morata doveva fare gol, la squadra non ha avuto l'aggressività di fare gol. Poi se la vuoi vincere senza senso, a volte la puoi anche perdere. Ma in quelle partite devi fare gol. Stiamo lavorando per questo, c'è un processo, ho fatto vedere video e sentire quello che devono essere. Anche nell'emozionare la gente. Non abbiamo quella fame di chi entra e vuole spaccare. Lo vedo con i ragazzi, ma è una cosa normale: tante volte a Jesus Rodriguez e Addai quando devono fare tap-in sul secondo palo non lo sentono. Ma è un processo".
Su Da Cunha - "Nelle ultime due partite non ha praticamente giocato. C'è molto livello e qualità in rosa, alcune volte giocherà ed altre no. Sono molto contento di lui e lo prenderei sempre in una squadra. Lo valorizzo molto. Penso che in 2 anni abbia perso tre allenamenti e questo racconta molto della sua mentalità".
Su Morata - "Calma. Capisco le critiche, ma mi preoccuperei davvero solo se non riuscisse mai a costruirsi un’occasione. In realtà, in tutte le partite che ha giocato è sempre arrivato almeno una volta a una chance pulita per segnare. Il gol non è ancora arrivato, d’accordo, ma le opportunità ci sono state e, inevitabilmente, prima o poi la palla entrerà. Nella mia carriera ho visto tantissimi giocatori attraversare momenti simili: pensate a Henry, che nei suoi primi sei mesi all’Arsenal non trovò la rete, e poi è diventato il miglior marcatore della loro storia. Bisogna avere pazienza: le valutazioni si fanno alla lunga. Io continuo ad avere molta fiducia e non giudico un giocatore per un singolo dato."
Su Diao e la Coppa d'Africa - "Per me è una cosa senza logica che, dopo essere stato per 7 mesi fuori ed giocato 3 spezzettoni di gara con noi, adesso va in Nazionale, si fa male e starà fuori ancora, per poi magari andare nuovamente nel Senegal. Nella testa del giocatore bisogna fare le cose come si deve: per me non ha senso. A loro non interesserà niente, ma noi vogliamo la cosa migliore per il giocatore: non deve andare. Lui è andato al ritiro con il Senegal con un problemino all'adduttore e ha fatto 2 allenamenti. Proveremo a farlo tornare con l'Inter, ma è più probabile che rientrerà con la Roma".
Su Kempf - "Col Cagliari non era al 100%, ma stava bene per entrare. Non si è allenato la prima settimana, ma ha fatto un allenamento lungo ieri. Forte, intenso, credo che sia a disposizione per riparte dal primo minuto".
Sulle difficoltà recenti in attacco - "Ieri ho martellato 40 minuti i miei giocatori. Non l'ho mai fatto, però volevo che fossero più ambiziosi, più efficaci. Tutto questo sempre si può migliorare, ma è normale per questi ragazzi giovani. Oggi quello che ti dice l'allenatore lo fai, ma se c'è una squadra che ti toglie qualcosa, è finito. Ma non può essere così, si devono trovare altre soluzioni. Più il giocatore capisce e riconoscono quello, invece... oggi è tutto codificato, nel calcio non può essere così".
Sulla Serie A - "Vincere in Italia è davvero difficile. Non lo dico solo io, ma tanta gente ed allenatori con cui parlo e che giocano in Champions, che mi chiedono cosa abbiamo fatto o che tipo di squadra siamo. Segnare in Serie A è molto difficile, per come si difende in Italia. Per fare gol servono idee molto chiare. Per me il Bologna è un modello molto chiaro di come giocare e attaccare in Italia. Non si può comparare il calcio di prima a quello di oggi. Filippo Inzaghi non difendeva molto, aspettava il suo momento, come mio figlio (ride, ndr). Adesso l'attaccante deve fare molto di più. Ora non vedo squadre tanto dominanti, eccetto l'Inter che domina di più in campionato. Si vede che loro hanno tanta forza, in tanti parametri e in tanti registri del campo. Noi stiamo lavorando per nuove soluzioni".
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