In esclusiva per TuttoCalcioComo.it, in vista della sfida di Torino in programma venerdì sera per la nona giornata di Serie A, ha parlato Antonio Chiera, giornalista de "Il Corriere della Sera - Corriere di Torino".
Dopo un buon avvio, pensi che il Como affronterà un Torino in flessione?
"Assolutamente no, lo abbiamo visto a Cagliari. La squadra di Vanoli, almeno per quanto riguarda le prestazioni mostrate finora, sembra non mantenere mai un ritmo costante durante le partite. Questo è particolarmente preoccupante in termini di continuità, poiché nel corso dell'ultimo quarto d'ora di gioco tende a smarrirsi e a concedere spazio agli avversari, con il rischio di subire gol. Infatti, anche nella partita con i sardi, il gol incassato è arrivato in maniera particolare, viziato addirittura da un autogol di Coco. In questo momento, il Torino è estremamente vulnerabile in difesa: i 10 gol subiti nelle ultime 4 partite parlano chiaro e mettono in evidenza una fragilità che deve essere affrontata urgentemente".
Cosa si è inceppato di più, secondo te, nel motore granata?
"I troppi cambiamenti, a partire dal sistema di gioco e dalla perdita di due pedine fondamentali come Buongiorno e Bellanova, non sono stati compensati con giocatori altrettanto bravi. Nonostante un inizio incredibile, il Torino oggi non ha una rosa competitiva per giocare un bel calcio. Inoltre, Vanoli gioca in maniera completamente diversa da Juric, e i giocatori devono ancora memorizzare i nuovi sistemi. Questa insicurezza deriva proprio dai troppi cambiamenti. La società non solo non ha tenuto conto di questo, ma non ha nemmeno fatto un calciomercato di prim'ordine. Questi troppi cambiamenti hanno destabilizzato e stanno destabilizzando la qualità del gioco del Torino".
Dove il Como potrà far più male al Torino? E che giocatore si teme di più dei lariani?
"Fare nomi è difficile perché in una sfida potrebbe succedere di tutto, ma se guardo i numeri, Strefezza in avanti e Moreno in difesa sono i giocatori da tenere d'occhio. Attualmente, il Toro è molto vulnerabile in difesa, con poca serenità nel reparto. A seconda di chi gioca, la partita può avere sviluppi opposti. La non tenuta difensiva del Torino è evidente e preoccupante. Mi aspetto ancora qualche cambio dietro".
Vanoli e Fabregas, già avversari vincenti nell’ultimo campionato di B: secondo te chi sta facendo l’upgrade migliore fin qui in Serie A dal punto di vista delle idee?
"Anche qui non si può essere precisi perché ognuno ha una rosa di giocatori diversa. Vanoli, però, non solo l'anno scorso ha fatto bene, ma tanti addetti ai lavori si sono accorti di questo tecnico che, oltre ad avere delle buone idee, è altrettanto bravo nel parlare al gruppo e valorizzare ciò che ogni allenatore si porta con sé. Non conoscendo e vivendo quotidianamente Fabregas non posso dire altrettanto. Ma in queste 8 partite ho visto una squadra che si muove secondo le idee del proprio allenatore. La vittoria a Bergamo e la successiva contro il Verona sono una prova, ma non solo per i 3 punti guadagnati. Vanoli si è fatto notare per la sua bravura e a Venezia ha trovato la famosa ciliegina sulla torta che gli ha permesso di fare il salto di qualità".
Inevitabile chiederti del grande ex, Andrea Belotti: come sarà accolto venerdì sera dal pubblico di Torino?
"Di Belotti penso sempre quello che ho ripetuto fin dal suo arrivo al Toro: è un buon giocatore, ma non è mai stato determinante. Gli è sempre mancato quel guizzo da campione per fare la differenza. Il suo addio è stato traumatico per i tifosi del Toro, poiché era il loro giocatore di riferimento. Tuttavia, alcune sue dichiarazioni o quelle di chi gli sta vicino hanno rotto l'incantesimo che lo univa alla Curva Maratona. Ogni volta che è tornato, è stato fischiato, e credo che lo sarà anche venerdì se giocherà. Belotti ha lasciato il Torino in un modo che ha "tradito" chi lo ha sempre sostenuto, anche quando i gol non arrivavano. La Curva Maratona non perdona".
Como e Torino nel ricordo di Gigi Meroni: quanto sarà ancor più speciale questa partita?
"Tanto per il popolo granata che è affezionato ai ricordi, io purtroppo non vado molto dietro a questo tipo di eventi per pronosticare una sfida. Quel calcio purtroppo non c'è più. Oggi i giocatori, oltre a guadagnare un sacco di soldi, sono fuori dal mondo. Questo calcio per loro è solo lavoro e, se non trovi un allenatore bravo che ti stimola ogni giorno e di continuo, è dura. Le leggende in questo calcio moderno le possiamo contare su una sola mano: Maldini, Del Piero, Totti. Ma parliamo di fuoriclasse assoluti. Oggi non vedo tutto questo. Vedo giocatori mediocri e ogni tanto ne spunta uno buono. Difatti basta guardare la Nazionale in che stato si trova. Pietoso è dire poco! Il calcio di oggi fa a pugni con quello di 50 anni fa. Oggi si valorizzano i brand delle società per introiti che servono a pagare giocatori mai sazi. I non talenti che non troviamo in Nazionale, anch'essa piena di oriundi per necessità, e le figuracce rimediate in questi ultimi anni sono la fotografia del nostro calcio attuale. Gigi Meroni e tanti altri sono ormai ricordi e di quel calcio non ne vedremo più. Purtroppo".
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