In esclusiva per TuttoCalcioComo.it è intervenuto l'ex capitano lariano Andrea Ardito, che ha vissuto tutti i momenti, belli e brutti, della storia recente biancoblu come dimostrano le sue 220 presenze con questa maglia.
Andrea, dopo la sosta il Como riceve una lanciatissima Fiorentina che è ad un solo punto dalla vetta: non il cliente migliore visto il ruolino negativo fin qui dei lariani. Da dove dovrà ricominciare la squadra e come si fermano i Viola?
"Si effettivamente la Fiorentina in questo momento è un cliente scomodo, perchè dopo un inizio preoccupante si è messa in riga, ha cambiato modulo, modo di giocare ed è in piena fiducia. Ha l'attaccante più in forma del campionato, ovvero Moise Kean. Sarà una partita difficile, ma come lo sono tutte in Serie A. Il Como deve però concentrarsi una gara alla volta e prepararla al meglio per arginare la forza della Viola come sa fare".
Como che esce sempre dal campo tra i complimenti ma con pochi punti: fin dove c’è il limite del bel gioco e dove inizia la necessità di essere più “sporchi” ma produttivi? E c’è il rischio di dipendere dalle giocate individuali (vedi Nico Paz)?
"Anche io in alcune partite avevo visto il Como bello ma effettivamente poco efficace. Dopo la partita di Bergamo invece ha inanellato tre-quattro gare dove invece avevo visto un gioco più diretto di buona qualità, costruito in verticale per far male. Poi un paio di prestazioni brutte, soprattutto con Lazio ed Empoli, anche dal punto di vista dell'atteggiamento, che non era di chi lotta per salvarsi. Bisogna lottare su ogni pallone, fare gioco di squadra: in questo campionato, in questa fase del momento del Como, non si può prescindere dall'elemento caratteriale. Sul rischio della dipendenza da Nico Paz, ti dico che era così anche trent'anni fa per esempio: quando in squadra hai il giocatore forte così, la palla ovviamente passa spesso dai suoi piedi perchè viene cercato dai compagni che ne riconoscono le qualità".
Cosa ti è piaciuto fin qui del calcio mostrato da Fabregas in Serie A? In cosa dovrebbe migliorare?
"Mi piace la sua idea di cercare di proporre calcio ed imporre il proprio calcio. Deve migliorare, secondo me, nel capire forse che non hai in questo momento la squadra più forte del campionato e ci sono fasi della stagione in cui deve fare delle partite con prestazioni che badino più al risultato che all'estetica. Non è neanche facile quando proponi un certo tipo di mentalità, cambiare di gara in gara. Però l'agonismo non deve mancare mai".
Può essere una carenza per il Como, la mancanza di un bomber da doppia cifra? O daresti fiducia fino alla fine a Cutrone, Belotti e Gabrielloni?
"A me piace parlare di chi c'è a disposizione: Cutrone sta bene e può arrivare in doppia cifra, Gabrielloni ogni anno dimostra, con quello che mette in campo, come può essere un giocatore determinante che possa dare una mano con gol importanti. Belotti effettivamente in questo momento è in difficoltà, e quando un attaccante entra in quel tunnel diventa tutto più difficile. Però il Como mi sembra che cerchi un gioco avvolgente che coinvolga più giocatori. Ovviamente è da valutare in questo mese e mezzo il rendimento del reparto offensivo, ed eventualmente potrebbe diventare importante inserire un attaccante che dia garanzie".
C’è qualche altro ruolo, nell’imminente mercato di gennaio, in cui il Como dovrebbe intervenire per raggiungere l’obiettivo salvezza?
"In questo momento darei fiducia alla squadra, c'è ancora più di un mese al mercato ed è stata già fatta una sessione di investimenti importanti la scorsa estate".
In Italia siamo poco abituati ad un dualismo così esistente in un ruolo delicato come il portiere: ad oggi Fabregas non ha svelato chi sia il titolare tra Reina e Audero, alternandoli spesso. Pro e contro, da ex giocatore e allenatore?
"Le alternanze dei portieri non mi piacciono, a meno che avvengano a cavallo tra impegni di campionato e Coppe, perchè è un ruolo molto delicato. La cosa fondamentale è che si percepisca la fiducia dell'allenatore, alternanza o meno. Per un portiere è molto importante sentirla, per questo cambiare spesso non aiuta".
Di cosa si occupa oggi Andrea Ardito?
"Sono direttore tecnico responsabile della parte metodologica nel settore giovanile dell'Alta Brianza Calcio: metto al servizio di società, allenatori e ragazzi, la mia lunga esperienza di campo. È una società con persone eccezionali che ha un'idea e progetto che anche nel professionismo si fa fatica a trovare. Crescerà tantissimo sicuramente a livello giovanile nel futuro. Si sta lavorando molto bene, tentano già di imitarci, quindi vuol dire che siamo sulla buona strada".
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