Il gruppo di tifosi del Como, i Pesi Massimi, hanno diramato un comunicato tramite il loro sito in cui specificano perché non saranno a Perth, nonostante l'offerta della società di regalare la trasferta a 50 tifosi. Ecco la nota:

"Diciamolo subito, a scanso di equivoci ed elucubrazioni giornalistiche e dei vari comitatucoli, noi amiamo questa Società ma in Australia, sempre che ci si debba veramente andare, i Pesi Massimi non ci saranno. 
Siamo riconoscenti alla Società Calcio Como per tutto quello che ha fatto e sta facendo, per la crescita sportiva che ci godiamo e per la vicinanza alla comunità Comasca, per le iniziative di beneficenza. 
Ma noi non ci saremo, per una serie di motivi che per la maggior parte di noi sono fondamenti del nostro modo di vivere il tifo.

Noi non ci saremo a Perth anche se, è vero, abbiamo accettato con entusiasmo e gratitudine gli inviti al TST in North Carolina nel 2023 e 2024 e alcuni di noi hanno avuto la possibilità di vivere un’esperienza bellissima… ma quello era un torneo amichevole estivo, un gioco con regole tutte sue… e noi siamo stati ben contenti di dare una piccolissima mano per far conoscere Como e il Como oltre oceano, abbiamo anche portato a casa belle amicizie che ancora sopravvivono alla distanza.

Noi non ci saremo a Perth perché sarà una partita di campionato e il campionato va giocato negli stadi italiani, oltretutto le trasferte a Milano sono sempre molto sentite dai Comaschi e doverci rinunciare, oltretutto con numeri  che sarebbero stati da esodo importante, fa una grande tristezza.

Noi non ci saremo a Perth perché all’estero e lontano ci vogliamo andare certamente ma la trasfertona in Azerbaijan o il gusto di giocare in uno stadio capitale del Gotha europeo ce li vogliamo riservare per una partita internazionale, non importa di quale Coppa… perché abbiamo giocato tanti anni negli oratori, abbiamo sognato di giocare in stadi degni di tale nome e, ora che il sogno non è più così lontano, vogliamo godercelo per davvero fino in fondo.
Noi non ci saremo a Perth perché giocare una partita di campionato a 14000 km di distanza è la morte del calcio che abbiamo conosciuto e amato fin da quando eravamo bambini, quando dopo la partita domenicale si correva a casa per guardare novantesimo minuto; ci siamo adattati a spezzatino televisivo che ormai è diventato un ragù televisivo con partite lontane giocate alla sera di giorni lavorativi e altre in orari da trattoria, ci siamo adattati a biglietti nominali da comprare con anticipo esasperato e restrizioni spesso incomprensibili, ci siamo adattati portando la nostra Pezza da trasferta sempre e ovunque fin dalla nostra nascita, ma questa volta la Pezza Pesi non ci sarà.

La Pezza Pesi non ci sarà perché il gruppo è fondamentale, è un pezzo importante delle nostre vite e la Pezza Pesi in giro per il mondo sarà portata quando ci saranno le giuste condizioni. Nel giocare una partita di campionato così lontano le condizioni non riusciamo proprio a trovarle; va bene aprirsi al mondo, giustissimo farsi conoscere e andare alla ricerca di visibilità, indispensabile individuare nuove fonti di fatturato ma davvero lo si doveva fare con una partita di campionato? Davvero lo si doveva fare dall’altra parte del pianeta con innumerevoli rischi per la salute e la preparazione dei nostri calciatori? 
Certo, sappiamo che la decisione è stata presa a ragion veduta e che non siamo più in mano a sprovveduti, ma con la lega calcio (volutamente minuscolo) si rischia che ci facciano giocare a ridosso della partenza o subito dopo il rientro, loro sì che sprovveduti lo sono. Quindi da tifosi è tanta la preoccupazione per l’influenza che la trasferta potrà avere sull’esito della stagione, oltre al cuore anche la ragione ci dice che è sbagliato.

Poi ognuno faccia come vuole, chi si sente di andare vada e da noi non sarà giudicato, magari non verrà compreso ma nemmeno criticato. Sempre sperando che all’ultimo momento ci possa essere un ripensamento e che magari, in attesa del sogno, le partite all’estero possano tornare a essere solo amichevoli".

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 17 ottobre 2025 alle 11:52
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
vedi letture
Print