Ninni Corda, ex allenatore e direttore tecnico del Como, torna a parlare da grande ex nell’intervista rilasciata a La Provincia di Como. Il tecnico sardo ripercorre il suo legame con la città, le vittorie, i momenti turbolenti e guarda con ammirazione al Como odierno: "Como è la città ideale dove abitare: appartamento vista lago, una meraviglia. Il merito dei successi di oggi non è solo dei soldi, ma di tre fuoriclasse: Suwarso, Ludi e Fabregas". Mentre sul campo il suo preferito è Caqueret: "Quant'è bravo".

Sullo stile di gioco e Fabregas afferma: "Un calcio a metà tra il possesso spagnolo e la verticalizzazione britannica. Fabregas diventerà un grande allenatore. Anzi, lo è già".

Ripercorrendo gli anni alla guida del Como, ricorda la promozione in Serie C, grazie anche ai fedelissimi portati dal Tempio, e difende i suoi metodi: "Sul campo ero così. meglio se buttano fuori me che i giocatori". Mentre sugli allenamenti duri, in riferimento anche al caso Seregno, dice: "Per qualcuno era troppo, ma ci sono giocatori che mi ringraziano ancora oggi perché li ho forgiati".

Corda poi rivela, nella seconda esperienza a Como da direttore tecnico, di aver avuto un ruolo decisivo anche nella rinascita societaria: "La cordata che si presentò all’asta la misi in piedi io. Tutti pensarono che loro avevano scelto me, ma in realtà ero io ad aver scelto loro".

Sull'addio al Como quindi, con l'avvento della proprietà attuale racconta: "Avevo capito che non sarebbe stato possibile. Ero troppo ingombrante. Per questo gli ultimi giorni furono un po’ malinconici, perché capivo che stava per finire. Con Gandler non c’era verso di poter pensare a qualcosa di diverso, anche se Verga cercò di perorare la mia causa". Qualcuno aveva già colto all'epoca la portata del progetto: "C’era la percezione che fossero persone serie, con un bel progetto. Ma nessuno poteva immaginare che avrebbero fatto questo. Forse l’unico che lo aveva capito era Nicastro, ma mantenne anche lui il basso profilo".

Oggi vive una nuova avventura a Messina: "Una faticaccia, ma una bella sfida. Serie D con una proprietà australiana, una piazza calda e appassionata".

Pur seguendo sempre da tifoso il Como: "Come non esserlo... Qui ho vissuto le mie esperienze più importanti e prestigiose. Quando tornavo da avversario a Como trovavo striscioni di saluto e osanna. Io credo che alla fine la gente ricorda le vittorie. E con me si vince".

Sezione: News / Data: Gio 06 novembre 2025 alle 15:25
Autore: Luca Bianchi
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