È stata una serata di festa quella vissuta dal Como in quel di Verona. Nonostante il pareggio per 1-1 che ha interrotto il trend di vittorie a 6 consecutive, i ragazzi di Fabregas hanno comunque ottenuto la matematica conferma del decimo posto in classifica.

Un risultato storico al primo anno di Serie A dopo 21 di assenza, a maggior ragione se ottenuto con una giornata d'anticipo e dopo tutte le difficoltà affrontate dai lariani in questa stagione. Spesso ci ha tenuto a rimarcarlo Cesc Fabregas, fresco di conferma e senza dubbio tra i principali artefici di questa storica impresa. Contro tutto e contro tutti, creando quel concetto di famiglia con il gruppo di campo e lavoro che ha reso il Como più forte delle difficoltà presentatesi in questa stagione, culminata con un finale da assoluto protagonista.

Un Como decimo in classifica riporta le lancette del calcio indietro di quasi 40 anni, ai mitici anni '80. Quando i lariani, anche all'epoca griffati adidas, si erano affermati come solida realtà di centro gruppo in quella Serie A che, all'epoca, era il campionato più bello e competitivo al mondo. Dalla coppia d'attacco Müller-Cornelliusson ai talenti azzurri Fusi e Borgonovo. Un Como che è rimasto in Serie A per 5 anni consecutivi, piazzandosi per i primi 4 a metà classifica (11, 9, 10, 10). Una periodo magico, che in pochi avrebbero pensato che sarebbe stato eguagliato nel giro di così pochi anni.

Eppure, eccoci qui. A celebrare un decimo posto che, però, non è un punto di arrivo ma un trampolino di lancio per il futuro. Perchè questo Como non s'accontenta dello scudetto del decimo posto, ma vuole continuare a crescere per diventare ancora più forte. "Sky is the limit"

Sezione: Editoriale / Data: Lun 19 maggio 2025 alle 16:55
Autore: Luca Bianchi
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