Verso Como-Lazio, Fabregas in conferenza: "Como in crescita, Lazio con idee chiare. Peña? Un portiere serve..."

A 48 ore dall'esordio in Serie A contro la Lazio di Maurizio Sarri, Cesc Fabregas ha presentato il match in conferenza stampa a Mozzate. Di seguito le sue dichiarazioni:

Su Sarri e la Lazio – “Maurizio è una persona splendida, conservo un ricordo molto positivo di lui sia dal punto di vista umano che professionale. In quei sei mesi mi ha insegnato davvero tanto. Gli sarò sempre grato: ogni volta che ci siamo incrociati mi ha sempre trattato con grande rispetto. È un uomo limpido, con idee precise, e alla lunga questo paga. La sua mano su questa Lazio è evidente. Non hanno fatto un vero mercato, ma hanno recuperato giocatori importanti e questo li ha rimessi in carreggiata. Sarà una sfida di altissimo livello”.

Su Como–Lazio come scontro diretto – “Alla prima giornata non credo si possa parlare di scontro diretto, e neppure più avanti. Loro hanno una struttura consolidata, noi siamo in pieno processo di costruzione. Hanno calciatori di grande valore ed esperienza”.

Su disponibili e indisponibili – “Morata sta bene, si è inserito e aumenterà gradualmente il minutaggio, ma al momento lui e Douvikas si giocano il posto. Dele Alli invece per ora lavora a parte, la situazione la sta seguendo Ludi. Diao ha avvertito un piccolo fastidio vicino alla zona operata ma gli esami hanno escluso problemi: dovrebbe tornare a breve. Kuhn è rientrato, ma il suo utilizzo dipenderà dai medici, mentre Addai si sta allenando individualmente. In generale, sono contento di come si stanno applicando tutti”.

Sulle sensazioni di inizio campionato – “Sono soddisfatto: questa volta siamo intervenuti subito sul mercato e rispetto a un anno fa siamo partiti con un vantaggio. È la seconda stagione consecutiva in Serie A dopo 21 anni: un traguardo importante, che dà continuità. La stabilità è ciò che conta di più, e il progetto sta andando avanti”.

Sull’approccio post Sudtirol – “All’intervallo ho fatto qualcosa che non faccio quasi mai: ho chiesto a tutti di rientrare subito negli spogliatoi. Non era un problema di mentalità, ma di spazi, distanze e connessioni in campo. Abbiamo sei innesti nuovi e serve tempo per trovare automatismi. Bisogna partire concentrati fin dall’inizio, non possiamo permetterci di regalare mezz’ora. L’atteggiamento è la chiave, più dei passaggi o delle sbavature tecniche. Se manca quello, mi fa arrabbiare”.

Sulla rosa e il mercato – “Gabrielloni è un valore aggiunto, può darci tanto anche giocando pochi minuti, lo ha dimostrato contro Atalanta e Roma. Azón? Mi piacerebbe trattenerlo, ma dobbiamo restare in 22 al massimo. Il calcio cambia in fretta e l’anno scorso siamo stati tra le squadre che hanno inserito più volti nuovi. Ne parleremo con la società, io sono contento di tutti i ragazzi a disposizione”.

Su Iñaki Peña – “Ho parlato con tutti: sanno quale profilo cerco. Abbiamo la necessità di prendere un portiere, questo è chiaro”.

Su Ivan Azón – “È una certezza: entra in campo con fame, pressa, si spende per la squadra, lotta con chiunque e attacca la profondità. Ha buone qualità tecniche, può muoversi a destra, a sinistra o come punta centrale, anche se non è un’ala pura. Personalmente vorrei vederlo di più da numero nove, il suo ruolo naturale, anche se da esterno si sta adattando bene”.

Sul centrocampo – “Quello visto in ritiro lascia il tempo che trova, perché in allenamento cambiamo spesso. A volte giochiamo con tre in mezzo, ruotando molto. Da Cunha può fare qualsiasi ruolo, Baturina può agire sia da mezzala che da trequartista, lo stesso vale per Caqueret. Sergi invece può muoversi sia da mediano che da interno. Sono giocatori duttili, dipenderà dall’andamento della stagione”.

Su Baturina e Nico Paz - “La partita con l’Ajax è stata la migliore che abbiamo fatto. Anche se amichevole, fino a un certo punto: gli allenatori giovani vogliono sempre vincere. Loro possono giocare insieme tranquillamente, dipende dal momento e dalla partita”.

Sugli obiettivi stagionali - “Spero di non ripeterlo più, ma nessuno qui ha parlato di Europa. L’obiettivo è crescere passo dopo passo. Se ci arriveremo, faremo festa, ma non è oggi la nostra realtà. Il Como ha speso 100 milioni su ragazzi giovani, e se ne vendiamo tre possiamo rifarne altri 100. Vogliamo crescere con calma, senza forzare. Troppa ambizione non va bene. I passi fatti finora sono già importanti, ora bisogna continuare così”.

Sugli italiani in Serie A - “Abbiamo cercato di portarne quanti più possibile, ma è stato difficile. I top italiani giocano nelle big. In Primavera stiamo investendo tanto: Rispoli, ad esempio, è un ragazzo che sta facendo esperienza a Catanzaro e potrà tornare presto. Se devo scegliere tra uno spagnolo e un italiano, scelgo un italiano, ma non è semplice”.

Su Carlos Cuesta - “È bravo, ci ho parlato ai tempi dell’Arsenal. Ha una squadra giovane, come noi. È preparato, fiducioso e il Parma ha fatto bene a credere in lui”.

Sul Mondiale - “Per ora non influisce, è presto. Ma sì, tanti giocatori fanno scelte anche in funzione del Mondiale. Questo però dà forza: sono preparati mentalmente”.